San Nicola, isole Tremiti

Ieri e oggi

Le Isole Tremiti sono presenti ormai da anni nelle guide turistiche di tutto il mondo, affiancandosi alle più note isole tirreniche.
Per molti secoli, queste terre furono condannate a un tragico isolamento: luogo di confino fin dai tempi dei Romani, mantennero queste condizioni fino ad epoche più recenti, quando divennero luogo di deportazione di molti anti-fascisti.

Da alcuni anni è sorto invece un insolito interesse che ha portato ad una rivalutazione delle indubbie bellezze naturali delle Tremiti. Con una superficie di appena 3,06 Kmq e una popolazione di circa 430 abitanti (che, oltre tutto, non vi risiedono per l’intero anno) il comune delle Tremiti è il più piccolo e il meno popoloso della Puglia, ma probabilmente quello più noto e attrattivo dal punto di vista del turismo.

Come arrivare, quando visitarle

Le isole si trovano di fronte alla costa garganica e possono essere raggiunte facilmente grazie al servizio di Navi in partenza da Vieste, Peschici, Rodi Garganico, ma Termoli (Molise) è il porto con più collegamenti.
I mesi migliori per visitare le Tremiti vanno da maggio a ottobre, escludendo possibilmente il mese di agosto, a causa del sovraffollamento turistico. Una barca a motore o un gommone costituiscono il mezzo ideale per visitare e vivere pienamente l’arcipelago.

Le Isole Tremiti sono composte da cinque isolotti denominati San Nicola, San Domino e Caprara (o Capraia); intorno ad esse si possono ammirare numerosi scogli, il maggiore dei quali è il Cretaccio (35.000 mq circa) e l’isola di Pianosa.

I “sassi di Diomede”: la riserva naturale marina

D’innanzi ad un panorama di bellezza straordinaria e unica quale quella che ci viene offerta dalle Tremiti, si rimane estasiati e nello stesso tempo perplessi. Stiamo vivendo un sogno o la realtà? In questo sogno e in questa realtà cercheremo di addentrarci, visitando l’arcipelago delle “Diomedee”, detto dal 1989 i “sassi di Diomede”: sono proprio le Tremiti, le pietre scagliate da Diomede in segno di ira, secondo l’antico mito, e protette oggi come riserva naturale marina.

Sorta secondo la precisa disposizione della Legge 979/82 per proteggere uno degli habitat più caratteristici del Mediterraneo, la riserva marina comprende l’area costiera che circonda le isole di San Domino, San Nicola, Caprara e Pianosa e prevede che le coste dell’arcipelago potranno ospitare attività di acquacoltura e ricerche di popolamento, con il coinvolgimento della popolazione delle Isole Tremiti nelle attività di gestione, per far conoscere e tutelare il patrimonio ittico e le bellezze naturali sia dei fondali che della terraferma e promuovere l’economia del posto.

Colori, specie, fondali

La purezza delle acque mette in risalto e amplifica la varietà dei colori delle specie che popolano i fondali, a cominciare da alghe come l’Acetabularia Mediterranea e la Corallina Mediterranea, o i rivestimenti di spugna. Ma la vera ricchezza è il patrimonio ittico: le orate, i saraghi maggiori, i dentici, nuvole rosse di triglie o lo sguazzare veloce di un’argentea formazione di cefali. In queste acque possiamo ancora ammirare il cavalluccio marino e il pesce ago; nelle basse profondità si trovano le cernie, le murene, i polpi e branchi di seppie attirati dalla luce che proviene dall’alto. Emerse e sommerse più volte nella loro storia geologica, le isole sono costituite da una friabile roccia calcarea, argillosa o silicea, che ha subito erosioni e distacchi. La costa, ora dolcemente digradante verso il mare, ora impervia e a strapiombo sulle acque, è scavata da un gran numero di grotte marine. Per il fascino dell’ambiente, il clima gradevole, la limpidezza delle acque e le coste ininterrottamente aperte da cale e grotte, le Tremiti attirano ogni anno un notevole flusso turistico, che rappresenta la principale risorsa economica del luogo.